Nella personale di Marco Bagnoli a Milano dal 10 febbraio al 7 maggio 2022 nella sede di Corso Monforte 23, Galleria Christian Stein, tre opere di grande rilevanza: Nel Paesaggio di Xvarnah, 2019; Il Giardino degli Specchi, 2020; Dove Porta, 2021.
L’opera che dà il titolo alla Mostra “Nel Paesaggio di Xvarnah” è costituita da una serie di 7 disegni tratti da miniature persiane custodite nel Manoscritto Nezami presso il Museo d’arte turca e islamica di Istanbul (Türk ve Islam Eserleri Müzesi) che l’artista ha ritrovato dopo lunga ricerca.
Quest’opera è più discreta rispetto alle altre: a un alabastro imponente e a una serie di specchi posti a quinconce fanno eco tratti sottili, segni delicati che rivelano una mano lenta che desidera percorrere gli antichi tragitti suggeriti dai miniati persiani.
Quasi una ricerca di un oltre o di un paesaggio delle origini in cui stare e osservare la matericità del mondo ponendosi un poco da sopra.
Un aleggiare consapevole che mantiene il senso di sfumate possibilità proprie della dimensione dello spirito. Uno spirito che non è mistico, ma che è piuttosto segno concretizzato dell’alito che muove e che per un momento è riuscito a scostare la porta dal muro e a far filtrare una luce.
Queste immagini offrono la descrizione della Xvarnah mazdea, la luce che pervade la terra mitica dell’origine: l’opera racconta infatti la capacità di Bagnoli di straniare lo sguardo, di scavare nell’immaginario e si svolge su quella linea che unisce il visibile e il non visibile.
Proprio per onorare questo Paesaggio del sottile - vivo solo per chi sa vedere - in mostra anche il Giardino degli Specchi.
Un’opera che sorge nell’immaginario dell’artista nel 2010 e che nella attuale realizzazione per Galleria Stein vede parabole specchianti e bande rosse come elementi costituenti del Giardino, in un lento avvicinarsi a una dimensione illuminante.
Dove Porta segna in mostra punto di passaggio: ineluttabile luogo di confine. Di ingresso e di uscita in base al verso in cui ci si pone. L’opera fa eco a quella realizzata dall’artista per Documenta a Kassel nel 1992 e ora parte della Collezione del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea.
Un’opera che rende omaggio a Le Porte Regali di Florenskij:
“Questi due mondi – il visibile e il non visibile – sono in contatto.
Tuttavia la differenza tra loro è così grande che non può non nascere il problema del confine che li mette in contatto,
che li distingue ma altresì unisce”.
Di C.C.P – Artis - barmilano