Settanta volte al minuto, ventiquattro ore al giorno, trecentosessantacinque giorni all’anno, insomma una vita intera. Stiamo parlando ovviamente del cuore, quell’organo muscolare che se venisse confrontato a un bartender che shakera i suoi cocktail – dove il succo principale sarebbe il sangue –, il suo cliente più affezionato e il più impaziente, sarebbe sicuramente il cervello. A cui non basterebbero miliardi di bicchieri per saziarti. Anzi, qualora il flusso di liquido venisse interrotto, allora dopo pochi minuti la sua funziona vitale cesserebbe di funzionare. Ebbene sì, perché il ruolo primario del cuore è proprio quello di irrorare vita e vitalità. Una funziona semplice, quanto necessaria e ripetitiva. Insomma, un orologio svizzero che scandisce l’intera giornata di ogni persona vivente.
Tutto ciò costituisce una presentazione metaforica del nuovo libro di Gabriele Bronzetti dal titolo “Nel cuore degli altri”, pubblicato da Aboca Edizioni: un viaggio nei meandri dell’anima che attraverso l’arte, la musica, la letteratura e il cinema – tra l’altro potentissimi strumenti di narrazione capaci di trasfigurare la realtà, di illuminarla con un senso più completo, di renderla meno difficile da sopportare – racconta il misterioso mondo della medicina.
Gabriele Bronzetti è un cardiologo, che con ogni probabilità ha scelto di intraprendere la carriera da medico anche per studiare approfonditamente le cause della morte di suo padre, che guarda caso è venuto a mancare proprio per uno scompenso cardiaco.
Il cuore è l’organo muscolare, vascolare e nervoso più complesso che abbiamo. Racchiude forze primordiali così sofisticate che qualcosa si può inceppare per una sola lettera sbagliata nell’intera biblioteca di Dna chiusa dentro il nucleo cellulare. Un cardiologo, d’altra parte, è come un orologiaio. Per quanto conosca quelle quattro stanze battenti, non potrà mai entrare nel tempo. Smonta e rimonta i meccanismi come un bambino, fino a quando prova a chiedere aiuto.
È così che Gabriele Bronzetti instaura un dialogo empatico e simbolico con i suoi pazienti, per guidarli attraverso un percorso che più facilmente potesse aiutarli a sublimare il dolore, e poi per raccontare a noi la sua professione e i casi clinici che più lo hanno toccato da vicino nel corso della sua lunga carriera.
Di fronte a un ecocardiogramma, in un ambulatorio, o in sala operatoria, tra cortocircuiti e parallelismi in cui la vita si specchia continuamente nell’arte, Gabriele Bronzetti mette in scena uno spettacolo che parla a tutti, perché tutti prima o poi dovremo fare i conti con il cuore.
Il libro offre un’ottima opportunità per scoprire come funziona e si ammala questo muscolo favoloso e soprattutto perché, nonostante i disinganni della scienza, il cuore sia ancora da considerare la sede abusiva dell’anima.
Gabriele Bronzetti ha lavorato come cardiologo e ricercatore in Belgio e in Canada. Dal 1996 partecipa annualmente a missioni umanitarie in Zimbabwe. È professore di Cardiologia presso l’Università di Bologna e l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna dove si occupa, in particolare, di cardiopatie congenite e dell’età evolutiva. Collabora con “la Repubblica”, “Corriere della Sera” e “il Foglio”. È editorialista del “Corriere di Bologna”. È autore di decine di pubblicazioni scientifiche e di libri di cardiologia tradotti in tutto il mondo. Con “La divina commedia. Breve saggio sull’arte di svenire” ha vinto il Premio Cronin 2021 per la Saggistica.