Santuario della Madonna di Canneto: una piccola perla dello sconosciuto Molise

Venerdì, 05 Febbraio 2016,
Qui si respira la pace. Arte, cultura e spiritualità si fondono in un connubio armonico che diventa il biglietto da vista del Santuario della Madonna di Canneto. Una volta entrati nel perimetro di questo luogo sacro, viene sospeso il tempo presente e si torna indietro in un battito di ciglia, in una realtà benedettina del dodicesimo secolo. Il Santuario sorge su un sito di epoca romana (i resti di una antica domus risalente al I secolo d.c. lo testimoniano) ed è stato edificato da alcuni monaci provenienti da San Vincenzo al Volturno. Il Chronicon Vulturnense riferisce infatti che, nell’anno 706, Gisulfo I, duca di Benevento, donò ai monaci una chiesa, distrutta da un incendio, dedicata alla Vergine Maria, presso il fiume Trigno. I religiosi rimasero in loco fino al 1474, anno in cui l’edificio venne abbandonato ed andò in rovina. Il restauro, sotto l’egida dalla Soprintendenza del Molise, partì durante gli anni trenta del Novecento, su volontà del parroco pro-tempore della vicina Roccavivara Don Duilio Lemme. La facciata a spioventi dell’edificio lascia letteralmente a bocca aperta per la sua semplicità, simbolo stesso della vita claustrale. Essa presenta un portale romanico con lunetta a rilievo, nei muri esterni invece sono inseriti lapidi ed iscrizioni romane e medioevali, sulla destra domina incontrastata la maestosità della torre campanaria del Trecento, mentre più in basso due leoni stilofori di epoca romana scrutano l’orizzonte fino alle sponde del vicino fiume Trigno. L’interno, diviso in tre navate da colonne sulle quali poggiano capitelli con incisioni molto interessanti, terminano in tre absidi. In quello centrale campeggia splendente la statua lignea della Madonna detta “del sorriso”, risalente al quattordicesimo secolo, che è fulcro e centro di tutte le celebrazioni del Santuario. Altri elementi degni di nota sono l’ambone del 1223 a tre arcate con dei mirabili bassorilievi, il Crocifisso ligneo del Cinquecento e l’altare maggiore alla cui base risplende un bassorilievo medioevale raffigurante l’ultima cena. Quello che colpisce è innanzitutto la miscela di stili artistici ed architettonici diversi, segno evidente di come, nelle varie epoche e durante i diversi restauri, si sia utilizzato soprattutto materiale di recupero, che ha donato alla struttura un aspetto essenziale ed ordinato, ma allo stesso tempo sublime, simbolo di una sorta di melting pot tra arte classica, medioevale e moderna. Il Santuario della Madonna di Canneto, immerso nella natura tipica della valle del Trigno, è una delle tante piccole perle di un Molise sconosciuto e allo stesso tempo tremendamente affascinante. Andrea Mastrangelo

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