In età romana questa piazza corrispondeva forse al foro della città, posta all’incrocio del cardo e del decumano massimi. Il primo Duomo viene costruito in età paleocristiana dando allo spazio una connotazione sia civile che sacra. Mantiene la sua funzione centrale in età normanna: polo delle principali funzioni civili e religiose, tenute nelle due aree contermini in cui ancora oggi risulta diviso lo spazio. Nel primo grande quadrato si svolgeva la fiera del Vescovo che richiamava mercanti e compratori da tutto il territorio; l’area del Duomo e dell’Episcopio accoglieva invece i fedeli per le benedizioni e le cerimonie sacre. La piazza, racchiusa da un recinto difensivo e sorvegliata dall’alto campanile, utilizzato come torre di vedetta, assolveva anche il ruolo di cittadella fortificata accogliendo la popolazione in caso di pericolo. L’area cambia totalmente aspetto alla metà del 1600 quando Sant’Oronzo diventa patrono della città, prendendo il posto di Sant’Irene, salvando i leccesi da un’epidemia di peste. Il vescovo, Luigi Pappacoda, commissiona a Giuseppe Zimbalo, uno dei più importanti artisti del periodo, la ristrutturazione della cattedrale.
Da questo momento la piazza avrà esclusivamente funzioni religiose.
Allo sguardo di chi proviene dalla Via Palmieri, la Piazza del Duomo appare maestosa in tutto il fascino del barocco leccese. Superato l’ingresso, con i due propilei di destra e di sinistra, costruiti nel 1761, il cortile ci si mostra come un enorme palcoscenico i cui fondali sono rappresentati dal Campanile, dal Duomo, dall’Episcopio e dal Seminario.
Nel secolo XVII, fu infatti demolito il portone di ingresso alla piazza e si realizzarono i propilei, che rappresentano il passaggio tra la città e la piazza. Il Vescovo Carafa abbellì tale ingresso facendovi apporre una significativa scritta in latino.
L’ambiente si presenta estremamente unitario, tutto chiuso come un grande cortile interno. Lo circondano serrate masse edilizie, rivestite di un'ornamentazione plastica esuberante: lo slanciato, altissimo campanile e la compatta volumetria del Duomo, entrambi eretti dallo Zimbalo nella seconda metà del '600, da un lato, ed in fondo l'edificio ad angolo dell'Episcopio, del 1632, con un arioso loggiato ad archi che corre lungo tutto il piano nobile; mentre sull'altro lato si trova il palazzo del Seminario, del 1701, dalla nobile facciata a bugnato liscio, spartita da alte paraste. I precisi rapporti che intercorrono tra gli edifici e lo spazio e i giochi della luce su sporgenze e rientranze, creano un ambiente di sorprendente solennità e armonia.
Entrando nella piazza la facciata che viene offerta alla vista del visitatore è quella laterale del Duomo, di grande effetto e ricca di decori barocchi, che acquista quasi l’aspetto di un arco trionfale. Il Duomo è costruito con un materiale tipico del territorio: la pietra leccese, che assume colori particolari e crea giochi chiaroscurali che variano al variare della luce.