A Pisa Pierattelli Architetture firma il recupero dell’ex caserma militare Curtatone e Montanara

14.07.23 , Architettura , Collaboratore Riflesso

 

A Pisa Pierattelli Architetture firma il recupero dell’ex caserma militare Curtatone e Montanara

Le città mutano, si trasformano e diventano teatri del cambiamento. Il tema della rigenerazione urbana delle aree dismesse, ispirato a principi di sostenibilità e alla valorizzazione degli spazi comuni, caratterizza la città post-industriale in cui si registrano costanti variazioni a livello economico, sociale, politico e tecnologico. Pierattelli Architetture, studio fondato a Firenze nel 1980, con sede anche a Milano, si fa interprete di questo cambiamento firmando il progetto di recupero e trasformazione edilizia dell’ex caserma militare Curtatone e Montanara, nel centro storico di Pisa. Sede del Distretto di Leva fino al 1995 e poi completamente in disuso, l’ex distretto militare è situato a sud della zona Lungarno, nel quartiere di San Martino.

Nel racconto della città che cambia, le caserme - realizzate prevalentemente nel periodo compreso tra l’unificazione dello Stato italiano e gli anni precedenti alla Seconda Guerra mondiale - sono considerate punti di partenza per processi di rigenerazione del patrimonio militare dismesso, occupando spesso spazi centrali e simbolici, in prossimità di scali ferroviari come dei principali snodi stradali. Oggi, i lavori per trasformare una porzione della città di Pisa in nuovo landmark, sono pronti a partire. Acquirente dell’ex distretto militare Curtatone e Montanara, la società InvestiRE SGR di Roma, specializzata nella valorizzazione di portafogli immobiliari e leader del real estate italiano che, attraverso il Fondo Housing Toscano, ha affidato il progetto di recupero e trasformazione edilizia dell’area a Pierattelli Architetture.

Accessibile sia da piazza San Martino che da via Giordano Bruno, e distante 600 metri dalla stazione ferroviaria centrale di Pisa e 2,6 km dall’aeroporto Galileo Galilei, l’area dell’ex caserma militare, su cui sono già state compiute le operazioni di bonifica ambientale, è composta da quattro edifici principali - di cui solo uno ricostruito da zero - risalenti a periodi storici differenti: da quello ottocentesco antistante alla Chiesa di San Martino ai più recenti, realizzati tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Vincolato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali, il progetto sviluppato da Pierattelli Architetture si focalizza sul recupero e l’integrazione del complesso che diventa a vocazione esclusivamente residenziale, con abitazioni sia in social housing, assegnate alle famiglie sulla base dei limiti di reddito e destinate anche al Terzo Settore, occupando una superficie totale di oltre 8.000 mq per 72 appartamenti di diverse metrature e 3 esercizi commerciali.

Gli architetti hanno ridisegnato tutti gli spazi interni anche per ottenere piani aggiuntivi. Gli edifici che compongono il complesso sono stati completamente modificati e ristrutturati nei prospetti e nelle scale interne, e dialogano tra loro nelle forme e nelle cromie caratterizzate da una palette di toni caldi e morbidi che riprende le nuance della terra cruda e del territorio, utilizzando il cotto toscano come frangisole delle terrazze dell’edificio di nuova edificazione.

Proprio questo edificio, sviluppato su quattro livelli, oltre a una sala comune ad uso condominiale collocata al piano terra, ospita un totale di 19 unità abitative suddivise in cinque tipologie di varie dimensioni e dotate in parte di grandi aperture. Le ampie terrazze, in cui è stato inserito il verde, diventano un elemento caratterizzante del progetto, un ulteriore incentivo al benessere e alla qualità della vita degli abitanti. L’intervento di Pierattelli Architetture si prefigura molto incisivo anche nel trasformare l’intera area in un nuovo punto d’incontro, facendo diventare il centro dello spazio un parco pubblico ricco di vegetazione e di percorsi pedonali e carrabili di collegamento tra le vie del quartiere.

Il progetto si connota quindi non solo per la riqualificazione e il recupero di un’area abbandonata da ormai 30 anni, ma rappresenta anche una nuova zona di collegamento per l’intero quartiere mettendo in connessione diverse strade della città, e utilizzando quasi esclusivamente percorsi pedonali prima inesistenti.

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