La tutela dell’ambiente è al centro di un progetto di riforma teso alla salvaguardia del territorio, con l’utilizzo di strumenti più efficaci ed incisivi per la prevenzione e la repressione dei diffusi fenomeni di criminalità ambientale che sono spesso rimasti impuniti nell’attuale sistema. Si tratta del disegno di legge sui c.d. ecoreati che dopo un lungo iter parlamentare si trova molto vicino al traguardo. Il testo inserisce nel codice penale un nuovo titolo (VI-bis) all’interno del quale sono contemplati i nuovi delitti di inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività ed impedimento del controllo. Nel passaggio al Senato sono stati inseriti anche il delitto di omessa bonifica e di utilizzo di tecniche esplosive per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi. Nell’ottica di preservare i luoghi esistenti è previsto anche il ripristino dello stato dei luoghi a seguito di condanna o di patteggiamento della pena per i nuovi reati ambientali oltre alla confisca delle cose che costituiscono profitto o prodotto del reato. Il testo contempla inoltre una considerevole riduzione di pena (dalla metà a due terzi) nei casi di ravvedimento operoso nei confronti di coloro che si adopereranno per evitare che l’attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori ovvero aiutino concretamente le autorità o, infine, provvedano alla messa in sicurezza, alla bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi. Tra le novità di maggior rilievo spicca il raddoppio dei termini entro i quali i reati ambientali non sono più perseguibili penalmente. Il provvedimento trova larga intesa tra le forze politiche ed incontra il favore delle più alte cariche dello Stato e delle associazioni ambientaliste che auspicano la definitiva approvazione di una riforma di civiltà attesa da anni, che segna un traguardo fondamentale per la tutela dell'ambiente, della salute dei cittadini e delle imprese che subiscono la concorrenza sleale di chi opera nell'illegalità, contando sull’inadeguatezza dell’attuale tutela sostanzialmente contravvenzionale e sull’impunità garantita dagli attuali termini di prescrizione. Il testo modificato dal Senato nel marzo di quest’anno è tornato alla Camera dove ha già ricevuto il parere positivo della Commissione Ambiente; e la conseguente discussione in Aula potrebbe condurre alla rapida entrata in vigore della riforma.