“Typologien” è un’estesa indagine dedicata alla fotografia tedesca del Novecento. Il progetto, dal 3 aprile al 14 luglio, è curato da Susanne Pfeffer, storica dell’arte e direttrice del Museum MMK fur Moderne Kunst di Francoforte.
La mostra, ospitata nel Podium, lo spazio centrale della sede milanese della Fondazione Prada, si propone di applicare il principio della “tipologia”, nato nel XVII e XVIII secolo in botanica per classificare e studiare le piante. Questo concetto si è successivamente sviluppato nella fotografia a partire dall’inizio del Novecento, affermandosi in Germania nel corso del XX secolo. Paradossalmente il principio formale proposto permette di stabilire analogie inaspettate tra artisti tedeschi di diverse generazioni e al contempo rivelare i singoli approcci alla fotografia.
Il percorso espositivo segue un ordine tipologico e non cronologico, riunendo oltre 600 opere fotografiche di 25 artiste e artisti: Bernd e Hilla Becher, Sibylle Bergemann, Karl Blossfeldt, Ursula Böhmer, Christian Borchert, Margit Emmrich, Hans-Peter Feldmann, Isa Genzken, Andreas Gursky, Candida Höfer, Lotte Jacobi, Jochen Lempert, Simone Nieweg, Sigmar Polke, Gerhard Richter, Heinrich Riebesehl, Thomas Ruff, August Sander, Ursula Schulz-Dornburg, Thomas Struth, Wolfgang Tillmans, Rosemarie Trockel, Umbo (Otto Umbehr) e Marianne Wex. Il progetto crea connessioni inattese tra pratiche artistiche diverse tra loro, ma accomunate da un principio o da una volontà condivisa di classificare la realtà.
“Nada” è la mostra monografica concepita dall’artista belga Thierry De Cordier appositamente per i tre ambienti della Cisterna nella sede di Milano. In programma dal 3 aprile al 29 settembre, il progetto espositivo riunisce dieci dipinti di grandi dimensioni della serie Nada, realizzati tra il 1999 e il 2025. Le prime opere di questa serie nascono dall’esplicita volontà dell’artista di cancellare l’immagine della crocifissione. Le opere che ne derivano non sono più una forma di pittura negativa, ma un tentativo ultimo di sperimentare, per usare le parole dell’artista, la “grandezza del nulla”.
Esporre i lavori della serie Nada nello spazio della Cisterna è una scelta intenzionale. L’architettura post-industriale, che comprende tre sale sviluppate in altezza e illuminate dalla luce che filtra dall’alto, evoca uno spazio sacro o ecclesiastico in termini di dimensioni e conformazione.