S'intitola "Atlantide" la mostra personale di Debora Romei, che segna il ritorno sulla scena dell'artista emiliana, dopo un periodo di intensa ricerca. Un percorso pittorico rinnovato che, guardando all'astrattismo americano e distanziandosi dal figurativismo dominante nella pittura italiana contemporanea, intende studiare i legami profondi su cui si basano le relazioni umane.
Curata da Leonardo Regano, l'esposizione sarà inaugurata sabato 16 marzo negli spazi dell'Officina Leo van Moric di Parma, un'ex officina meccanica completamente restaurata e convertita all'arte e alla cultura.
Il titolo della mostra, visitabile fino al 24 aprile, rende omaggio al mondo scomparso, alla continua ricerca di un luogo immaginario e mitico, punto di arrivo (o di partenza) per un viaggio alla scoperta del senso ultimo delle cose che ci circondano.
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere inedite, tutte realizzate dal 2020 al 2024, che tracciano un'ampia e significativa visione della recente ricerca dell'artista e, in particolare, dell'ultimo anno di lavoro. Accanto ai dipinti di grandi dimensioni ad olio o acrilico su tela, sono presentati alcuni lavori più piccoli su lino e cotone.
«La ricerca di Debora Romei - spiega Leonardo Regano - è legata al medium pittorico, che l'artista studia e analizza nelle sue espressività e potenzialità formali. La mostra presso l'Officina Leo van Moric si pone come un nuovo inizio per Romei, che qui presenta un percorso pittorico rinnovato e aggiornato verso una sensibilità riformata per la materia e una pratica originale. L'incipitdi questo percorso di innovazione è dato dal grande trittico AFÌEMI, che troviamo al centro dell'ex officina, un'opera di estremo impatto visivo ed emotivo, in cui l'artista convoglia la propria biografia ed emotività in una pittura materica, caratterizzata dal contrasto tra il bianco e il nero e articolata in segni dalle sembianze biomorfiche».