La Circoscrizione Consolare di Miami ha nel corso degli ultimi anni assunto un ruolo chiave come punto di riferimento per le migliaia di nostri connazionali che hanno scelto di realizzare le proprie aspirazioni personali e/o professionali negli Stati Uniti. Dopo New York, la Circoscrizione Consolare di Miami rappresenta il secondo distretto per consistenza numerica di italiani ed italo-americani, servizi erogati ed estensione territoriale comprendente sia diversi stati del sudest degli Stati Uniti che dell’area caraibica. Inoltre, un sempre crescente numero di individui provenienti da paesi latini e sudamericani, ma di discendenza o parentela italiana, si è rivolto alla Rappresentanza diplomatico-consolare di Miami per assistenza, incrementando notevolmente sia la mole di lavoro, che il ruolo del Consolato nelle aree di propria competenza.
In un momento di rallentamento della crescita della rete estera diplomatico-commerciale italiana, una Rappresentanza Consolare come quella di Miami che continui ad erogare servizi efficientemente ed a promuovere una comunità italiana in continua espansione trasmette senza dubbio un messaggio positivo per tutti i nostri connazionali già residenti a Miami e per tutti quegli altri che hanno intenzione di stabilirvisi o aprirvi una propria attività.
Console Barattolo, la presenza italiana nel sudest della Florida ed, in particolare, nella Greater Miami Area, è andata nel corso degli ultimi 2-3 anni aumentando, complice anche una crisi economica internazionale che ha visto molti nostri connazionali cercare fortuna all’estero. Può menzionarci alcuni esempi delle attività ed iniziative che il Consolato Generale d’Italia a Miami ha sostenuto per promuovere il “Sistema Italia”?
“La presenza italiana negli Sati Uniti in effetti è incrementata molto soprattutto nel sudest della Florida e nella Greater Miami Area. Sicuramente, come Lei segnala nei suoi spunti, buona parte di ciò lo si è dovuto alla persistente congiuntura economica negativa europea che ha fatto sì che i nostri connazionali cercassero nuove opportunità in particolare nella zona est degli Stati Uniti, ossia, New York e Miami. Questo a mio avviso per motivi un po’ geografici – la difficoltà lavorativa di adattarsi al fuso orario dell’area californiana e la distanza da casa – ed un po’ perché da Miami si può sviluppare un’attività in tutta l’area americana, latino e sudamericana ed in quella caraibica; zone, queste, di netta importazione di prodotti Made in Italy (alimentari, della moda, della gioielleria, del settore nautico e quant’altro). Miami, in effetti, è un ottimo ponte verso queste realtà. Il crescente flusso di italiani verso il sudest della Florida è stato parallelamente accompagnato anche da un gran numero di latino e sudamericani i quali, per motivi di disagio economico-sociale nei propri paesi e di legami di vario genere con l’Italia, hanno richiesto al Consolato di assisterli attraverso tutta una serie di servizi (passaporti, stato civile ecc.). Questo ha portato la quantità di lavoro del Consolato ad aumentare considerevolmente: si sono, dunque, aperti nuovi uffici al fine di valorizzare la presenza italiana in loco. Solo per farLe un esempio, nel 2014 rispetto al 2013 abbiamo aumentato l’emissione di passaporti di oltre il 30%, un numero enorme se si considera, tra l’altro, che gli iscritti all’AIRE sono aumentati del 20%. Bisogna poi tener conto anche di tutta quella collettività di nostri connazionali che, pur non essendo residenti fissi nell’area di Miami, richiedono comunque la nostra assistenza. Tutto ciò in un contesto in cui l’organico del Consolato risale a 23 anni fa. Quindi vi è una disproporzione tra domanda ed offerta di servizi che il Consolato può e, tutto sommato, sta sostenendo”.
Nel maggio del 2014 a Tallahassee è stata ufficialmente approvata la Resolution che sancisce la nascita dell’“October, Italian and Italian-American Heritage Month in Florida”. Come si è prodigato il Consolato per far sì che questa importantissima iniziativa divenisse realtà?
“Innanzitutto, facciamo una piccola premessa: la presenza italiana nelle zone di competenza del Consolato Generale d’Italia di Miami ed, in particolare, nella Greater Miami Area è indubbiamente di medio-alto livello economico-sociale. Infatti, il percorso formativo sia scolastico che professionale che molti giovani intraprendono negli Sati Uniti risulta spesso essere temporaneo poiché non è facile ottenere un visto duraturo. Come Lei sa, una persona può risiedere in maniera fissa in America solo in alcuni casi e quello primario è sicuramente l’ottenimento del visto basato sugli investimenti che si stanno facendo (il famoso “investor visa”). Questo fa sì che la presenza italiana nella Greater Miami Area si traduca tanto nell’apertura di nuove attività, quanto nel conseguente trasferimento della propria famiglia e figli in loco. Quindi, per agevolare il processo di integrazione sia professionale che scolastica degli italiani residenti, ho cercato attraverso contatti diretti con i principals (presidi) e con il superintendent (simile al nostro provveditore agli studi) di promuovere l’italiano nonostante il fatto che i mezzi e le risorse a disposizione fossero molto limitati: la risposta è stata ottima. Come risultato diretto dello sforzo del Consolato, oggi è possibile mandare i propri figli dalle elementari al liceo a corsi d’italiano curriculari, integrati e completamente gratuiti del sistema pubblico scolastico americano. E credo che sia l’unica realtà in questo senso negli Stati Uniti. Tale successo, che è stato ufficializzato nell’ottobre del 2014 con la firma del Memorandum of Understanding fra il Consolato d’Italia e Miami-Dade County Public Schools, rafforza ulteriormente la filiera di insegnamento dalle elementari al liceo di corsi d’italiano. Durante le prossime settimane, con la firma di un addendum, si cercherà di estendere la filiera ad altre 3 scuole pubbliche nella zona di Broward, Ft. Lauderdale – il provvedimento dovrebbe essere esecutivo già dall’anno scolastico 2015-2016. In questo contesto di promozione della lingua e cultura italiana, c’è stata l’adozione all’unanimità da parte del Senato della Florida della Risoluzione che proclama ottobre il mese della cultura e retaggio italiano ed italo-americano in Florida. Ci sono molte idee per il prossimo ottobre e non è facile realizzarle soprattutto perché, visto il momento economico non facile in Italia, ciò deve esser fatto a costo zero e tramite sponsors. Eppure, se si propone un prodotto economico, sociale, culturale italiano valido la risposta è sempre positiva. La questione sta nel continuare a sensibilizzare la comunità locale poiché, in fin dei conti, i nostri interessi sono anche i loro e viceversa”.
Lei ritiene che questo trend di crescita della presenza italiana nel sudest della Florida continuerà anche nell’immediato futuro? Vede delle buone opportunità per gli italiani che desiderino inseguire il sogno americano nel Sunshine State?
“In diversi settori l’import di prodotti italiani è stato testimone di una considerevole crescita. Basti pensare a prodotti alimentari, enogastronomici ed agricoli, del design, dell’arredamento (e.g. in Design District la maggior parte degli showrooms sono italiani), della moda (e.g. negli ultimi due anni si è cercato di sostenere il Miami Fashion Show), di prodotti di lusso (la vendita di auto italiane di alta gamma – Maserati e Ferrari – sta avendo molto successo e supera di gran lunga la vendita delle medesime macchine in Europa). Anche in altri settori, come precedentemente detto, si è assistito ad un incremento della presenza italiana di notevole rilevanza. Inoltre, non bisogna dimenticare una parte di presenza italiana decisamente qualificata, ma non ancora consolidata, nell’area spazio, per cui la Florida centrale è conosciuta. Chiaramente, nell’immediato futuro ci può essere una flessione del turismo di massa dovuto soprattutto al cambio euro-dollaro che ormai ha visto quasi una parità di valuta. Ma comunque ritengo che a Miami e nelle aree limitrofe ci siano delle buone opportunità sia per gli italiani che per quelle persone di discendenza italiana provenienti da paesi latini che, dopo un iniziale boom economico, stanno cominciando a rallentare ed identificano in Miami una destinazione ottimale in cui vivere o aprire un’attività. Consideri che già in questo primo trimestre del 2015 abbiamo registrato un incremento di emissione dei passaporti del 15% rispetto allo stesso periodo nel 2014, così come per le iscrizioni all’AIRE, aumentate del 10% rispetto all’anno precedente. Miami rappresenta la seconda sede consolare per emissione di visti verso l’Italia e la forte collaborazione interuniversitaria facilita gli spostamenti di studenti italiani verso il sud della Florida e viceversa”.
Francesco Famà (corrispondente da Miami)