“Senti affamato, ne ho ammazzati per molto meno di animali come te, ma se vuoi una croce con un nome sulla fossa dimmi come ti chiami” “Mi chiamano Trinità.” Chi non ricorda l’abile e scaltro pistolero dagli occhi cerulei? Terence Hill (nome d’arte di Mario Girotti) iniziò a recitare già negli anni’ 50, notato, durante una gara di nuoto, dal regista Dino Risi; alla carriera di attore decise di affiancare gli studi in Lettere classiche, passione alla quale dobbiamo il suo nome d’arte Terence, in omaggio al commediografo latino Terenzio. Che non fosse affetto da divismo fu chiaro sin dal 1973 quando decise di allontanarsi dall’ambiente cinico e mondano di Hollywood, per trasferirsi con la moglie nelle vallate del Massachusetts continuando però a regalarci emozioni con numerose pellicole quali “..Altrimenti ci arrabbiamo!”, “Io sto con gli ippopotami” e “Nati con la camicia”, per citarne alcune. Oggi Terence risiede stabilmente nei pressi di Gubbio, dove dal 1999 recita nella fortunata serie tv “Don Matteo”. Terence si dice molto legato al personaggio del prete-detective trovando in esso l’anello di congiunzione tra la sua fede cristiana, la stessa che gli ha permesso di superare la tragica morte del figlio, e la passione per la giustizia e la sfida che lo caratterizzava nei suoi celebri film western. La recente decisione della produzione di spostare le riprese della serie tv da Gubbio a Spoleto, ha dispiaciuto l’attore tanto da indurlo a scrivere in una lettera: “Sono tristissimo per questo cambiamento, credo, dovuto a fattori economici.. Dopo 15 anni, la maggior parte dei quali trascorsi a Gubbio, lavorando e creando rapporti più che affettuosi con i suoi abitanti, non potrebbe essere diversamente. Questo legame non si può spezzare”. Come sua residenza umbra l’attore ha scelto la riserva naturale di Monte Cucco, uno straordinario polmone verde caratterizzato da grotte calcaree, faggi, aceri, castagni e popolato da scoiattoli, fringuelli ed upupe. “È la mia oasi di serenità, dove corro, vado in bici, mi godo il piccolo lago tra il verde; non credo che riuscirei a reggere i faticosi ritmi della fiction senza questa meravigliosa fonte di energia fisica e di ricarica interiore”, confessa in un’intervista alla rivista Famiglia Cristiana. E vedendolo oggi, seduto in un bar del borgo eugubino, sembra di udire la leggendaria colonna sonora di Ennio Morricone nel film “Il mio nome è nessuno”, si scorge sul suo volto quel sorriso beffardo e quella saggezza che gli faceva dire “ Il destino spesso lo si incontra proprio sulla strada presa per evitarlo”.