Nato a Orvieto, classe 1941, da padre commerciante di vino e madre sarta iniziò la sua incredibile scalata come cameriere, girando il mondo sulle navi da crociera e lavorando venti ore al giorno per mettere da parte i soldi necessari a coronare il suo sogno di acquistare un albergo. A 22 anni venne assunto dal Savoia Hotel di Londra, dove diventò in breve tempo il cameriere prediletto del premier Winston Churchill. Parretti lavorò anche nella Milano degli anni’80, dove entrò in contatto con personaggi del calibro di Gianni Agnelli e Bettino Craxi, acquistò la Cannon Film, entrò in possesso della grande catena alberghiera Melìa e fu proprietario per 24 ore anche del Milan che poi rivendette a prezzo maggiorato. Ma il suo vero “colpaccio” fu quando, in seguito ad una scommessa con l’ex segretario di Stato americano Kissinger e con Agnelli, chiese un ingente somma di denaro in prestito ad una banca francese e nel 1990 acquistò la Metro-Goldwin-Meyer , la più importante casa di produzione cinematografica americana, che probabilmente noi tutti ricordiamo per il suo simbolo quello dello “storico” leone che ruggisce. Il cameriere orvietano fu così alla guida dell’impero cinematografico made in Usa che in quei mesi produsse film quali “Thelma e Louise” e “Rocky V”. Tra le sue frequentazioni di quegli anni si annoverano Ronald Reagan, Arafat, Liz Taylor, Sophia Loren, Sylvester Stallone e molti altri. In breve tempo la banca che aveva fornito il finanziamento si accorse che le garanzie che gli erano state fornite erano costituite da società “fittizie”, così Parretti perse la proprietà ma fece comunque un affare poiché quella compagnia che acquistò per “soli” 1, 3 miliardi di dollari poté rivenderla ad un prezzo gonfiato di dieci volte. La vita di Parretti, tuttavia, non è stata tutta e rose e fiori: è stato arrestato quattro volte per riciclaggio internazionale, bancarotta e falso in bilancio ma è stato sempre assolto scontando in tutto soltanto venti giorni di carcere. Un paio di mesi fa Enrico Lucci della trasmissione “Le iene” è andato a intervistarlo nel suo palazzo di Orvieto, a pochi metri dal magnifico Duomo. Parretti ha raccontato a Lucci, in un italiano contaminato dal dialetto orvietano, la sua incredibile vita mostrando le sue foto accanto a capi di Stato, principesse e star hollywoodiane. Ha poi illustrato le opere di Mirò e Modigliani che adornano le pareti della sua casa, ma ha anche servito in tavola a Lucci un piatto di cannelloni, in ricordo delle sue origini da cameriere. Ma chi è in realtà Giancarlo Parretti? Un uomo di campagna che ha inseguito con successo il “sogno americano”, il “leone di Orvieto”, come è stato soprannominato. E a 73 anni non ha nessuna intenzione di smettere di “ruggire”. Nel 2012 Aureliano Amedei ( il regista di “20 sigarette”) ha gareggiato al Festival di Roma con il documentario “Il leone di Orvieto” sulla vita di Parretti; lo scorso ottobre è uscito nelle librerie il suo libro autobiografico curato da Gabriele Martelloni e l’ultimo progetto del “leone” è quello di realizzare una gigantesca riproduzione vivente della antica Roma sul litorale laziale, grazie ai finanziamenti di uno sceicco arabo.
Eleonora Zeroli